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“Mammo” o papà?

Chiamiamolo papà, non “mammo” per rivendicare il ruolo del papà nella famiglia

"Mammo" o papà?
Papà con i figli che cucina (depositphotos)

Nel corso degli ultimi decenni, si è assistito a una vera e propria rivoluzione nei ruoli parentali, con sempre più uomini che si impegnano attivamente nella cura dei figli e nella gestione della casa. Questo cambiamento ha sfidato gli stereotipi di genere e ha portato alla nascita di nuovi concetti e termini, come il controverso “mammo”.

Il termine “mammo”

Il termine “mammo” ha cominciato a diffondersi nel linguaggio comune a seguito di fenomeni culturali e mediatici che hanno evidenziato il coinvolgimento degli uomini nelle attività domestiche e nella cura dei figli. Un momento significativo che ha contribuito alla popolarizzazione di questo termine è stato il film “Mrs. Doubtfire”, uscito nel 1993 e interpretato da Robin Williams. Nel film, il personaggio interpretato da Williams, per poter trascorrere più tempo con i propri figli dopo il divorzio dalla moglie, si traveste da governante anziana, assumendo il nome di Mrs. Doubtfire. Questo film ha contribuito a evidenziare il ruolo dei padri nella cura dei figli e nella gestione della casa, dando vita a discussioni e riflessioni sulla paternità e sulle nuove dinamiche familiari. La parola “mammo” è emersa come un tentativo di definire in modo informale e colloquiale gli uomini che si dedicano in modo attivo alle attività domestiche e alla cura dei figli, riflettendo un cambiamento nei ruoli di genere tradizionalmente associati alla famiglia.

Nuova concezione di paternità

È giunto il momento di abbracciare una nuova concezione di paternità, in cui gli uomini non siano più semplicemente dei sostentatori economici della famiglia, ma dei veri e propri compagni nella cura e nell’educazione dei propri figli. Questo significa essere attivamente coinvolti nella vita familiare, partecipando alle incombenze domestiche e alla cura dei figli con la stessa dedizione e responsabilità delle madri.

Esempio dei Paesi Scandinavi

I Paesi scandinavi rappresentano un esempio positivo di come la parità di genere possa diventare una realtà concreta. In queste società, non è raro vedere uomini che si prendono giorni di astensione dal lavoro per occuparsi della paternità e che si dedicano con naturalezza alla crescita dei figli.

Il ruolo della parola “Papà”

È essenziale anche un cambiamento nel linguaggio utilizzato per descrivere i ruoli parentali. Invece di termini come “mammo”, dovremmo abbracciare con orgoglio la parola “papà”, che racchiude tutto il significato e l’importanza del ruolo paterno.

La parola “mammo” è fuori luogo e trasmette un segnale negativo ai padri, suggerendo loro che il loro coinvolgimento nella cura dei figli non sia naturale o appropriato. Questo termine suggerisce che il ruolo del papà sia secondario o non protagonista nella vita dei figli.

Quando un papà si prende cura del figlio insieme alla mamma, non è né meno virile né meno paterno. Al contrario, il modo in cui si comporta trasmette ai propri figli un modello di genitorialità equa e condivisa, contribuendo a contrastare gli stereotipi di genere radicati nella società italiana. Se un bambino cresce vedendo il papà impegnato al pari della mamma nella cura dei figli e nelle attività domestiche, acquisirà una visione più equilibrata e inclusiva dei ruoli di genere sia all’interno che all’esterno della famiglia.

E tu cosa ne pensi?

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