La sepsi neonatale è una condizione grave e potenzialmente fatale che colpisce i neonati, causata da un’infezione sistemica. Intervenire precocemente e adottare misure preventive può ridurre il rischio e migliorare significativamente le possibilità di sopravvivenza.
Cos’è la sepsi neonatale?
La sepsi è una risposta infiammatoria generalizzata del corpo a un’infezione che può danneggiare i tessuti e gli organi. Nei neonati, soprattutto quelli prematuri o con basso peso alla nascita, il sistema immunitario è ancora immaturo e meno capace di combattere le infezioni. Questo li rende particolarmente vulnerabili alla sepsi. Esistono due forme principali di sepsi neonatale: la sepsi precoce, che si manifesta entro le prime 72 ore di vita, e la sepsi tardiva, che può comparire fino ai 90 giorni di vita.
La sepsi neonatale può essere causata da batteri come Escherichia coli, Streptococcus agalactiae (o streptococco di gruppo B) e Staphylococcus aureus. Questi microrganismi possono entrare nel corpo del neonato attraverso il parto (sepsi precoce) o successivamente attraverso contatti ambientali (sepsi tardiva). Una volta nel sangue, l’infezione può diffondersi rapidamente, portando a complicanze come insufficienza d’organo, difficoltà respiratorie e, nei casi più gravi, alla morte.
Sintomi e diagnosi
I sintomi della sepsi neonatale possono essere sottili e difficili da rilevare, ma i segni più comuni includono:
- Difficoltà respiratorie
- Letargia o irritabilità
- Problemi nell’alimentazione
- Alterazioni della temperatura corporea (ipotermia o febbre)
- Pelle pallida o cianotica
- Apnee o bradicardia
La diagnosi tempestiva è cruciale per prevenire complicazioni gravi. I medici utilizzano esami del sangue, emocolture e test di imaging per individuare l’infezione e determinarne la gravità.
Prevenzione della sepsi neonatale
La prevenzione della sepsi neonatale richiede un approccio multidisciplinare e il coinvolgimento di professionisti sanitari e genitori. Ecco le misure principali che possono ridurre il rischio:
- Screening prenatale: Le future mamme dovrebbero essere sottoposte a controlli regolari durante la gravidanza per identificare eventuali infezioni, come lo streptococco di gruppo B. Se viene rilevata la presenza di questo batterio, si possono somministrare antibiotici durante il travaglio per ridurre il rischio di trasmissione al neonato.
- Igiene rigorosa: Lavarsi accuratamente le mani prima di toccare il neonato è una misura essenziale. Gli operatori sanitari devono seguire rigorosi protocolli di sterilizzazione, soprattutto nei reparti di terapia intensiva neonatale.
- Vaccinazioni: Le vaccinazioni, sia per la madre durante la gravidanza che per il bambino dopo la nascita, possono proteggere da infezioni virali e batteriche che potrebbero evolvere in sepsi.
- Parto in ambienti sicuri: Partorire in ospedali o cliniche con standard igienici elevati e accesso a cure neonatali specializzate riduce il rischio di infezioni precoci.
- Allattamento al seno: Il latte materno è un potente alleato contro le infezioni, poiché contiene anticorpi che rafforzano il sistema immunitario del neonato.