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Toxoplasmosi in gravidanza: le regole per la prevenzione

Dalla trasmissione alla prevenzione, tutto quello che le future mamme devono sapere sulla toxoplasmosi durante la gravidanza

Toxoplasmosi in gravidanza: le regole per la prevenzione
toxoplasmosi (depositphotos)

La toxoplasmosi è una malattia parassitaria causata dal protozoo Toxoplasma gondii, un microrganismo unicellulare che può infettare una vasta gamma di ospiti, compresi gli esseri umani. Questo parassita è in grado di completare il suo ciclo di vita in due fasi: una sessuata, che avviene nel tratto intestinale dei felini (gatti), e una asessuata, che si sviluppa in molti altri mammiferi e uccelli, compresi gli esseri umani.

La trasmissione del Toxoplasma gondii può verificarsi attraverso diverse vie. Uno dei principali meccanismi è il consumo di cibo contaminato, in particolare carne cruda o poco cotta e verdure non lavate correttamente, che possono ospitare cisti del parassita. Inoltre, il contatto con le feci di gatto infetto rappresenta un’altra possibile fonte di infezione. Sebbene molti individui infetti non manifestino sintomi evidenti, la toxoplasmosi può causare gravi complicazioni nei soggetti con sistema immunitario indebolito o nelle donne in gravidanza, in quanto il parassita può attraversare la placenta e infettare il feto, causando malformazioni congenite e danni al sistema nervoso.

La prevenzione della toxoplasmosi coinvolge pratiche igieniche adeguate, come la cottura completa della carne, la lavatura accurata delle mani e delle verdure, oltre a evitare il contatto diretto con le feci dei gatti. La consapevolezza e la corretta adozione di queste misure preventive sono fondamentali per ridurre il rischio di contrarre questa infezione parassitaria.

Cosa provoca la toxoplasmosi in gravidanza?

La toxoplasmosi in gravidanza può avere serie implicazioni per la salute della madre e del feto. Se una donna incinta si infetta per la prima volta con il Toxoplasma gondii durante la gestazione, il parassita ha la capacità di attraversare la barriera placentare, infettando il feto. Ciò può portare a gravi complicazioni, inclusi difetti congeniti, danni al sistema nervoso centrale e compromissione del sistema immunitario del neonato. A seconda del periodo della gravidanza in cui avviene l’infezione, le conseguenze possono variare in gravità. Se l’infezione si verifica nei primi trimestri, il rischio di danni gravi al feto è maggiore. Tuttavia, anche infezioni contratte più avanti possono causare problemi significativi.

Le manifestazioni cliniche possono includere ritardo dello sviluppo, problemi neurologici, alterazioni visive e, in casi estremi, la morte del feto. È importante sottolineare che le donne che hanno già contratto la toxoplasmosi prima della gravidanza generalmente trasmettono una protezione immunitaria al feto, riducendo così il rischio di complicanze. La gestione di una gravidanza con toxoplasmosi richiede un monitoraggio attento da parte del team medico, che può includere esami diagnostici e trattamenti mirati per ridurre il rischio di gravi conseguenze per il nascituro.

Le regole della prevenzione

Contro la toxoplasmosi, non esiste una vaccinazione disponibile. La futura mamma, che non ha ancora contratto la malattia, può adottare come unico rimedio la realizzazione di controlli periodici, come il toxo-test mensile, e l’osservanza di precauzioni relative soprattutto all’alimentazione. Come accennato precedentemente, il principale fattore di rischio per la toxoplasmosi in gravidanza è legato a ciò che si consuma. Ecco un elenco di indicazioni cruciali per le donne in attesa:

  • Evitare il consumo di carne cruda o poco cotta; la carne dovrebbe essere sempre ben cotta, anche se acquistata surgelata.
  • Evitare di consumare uova crude, anche se fresche di giornata.
  • Eliminare dagli alimenti gli insaccati come salame, salsicce e salumi come il prosciutto crudo.
  • Lavare accuratamente frutta e verdura, soprattutto quella destinata al consumo crudo, come l’insalata. È consigliabile disinfettare frutta e verdura con una soluzione specifica acquistabile in farmacia, su indicazione del medico.
  • Pelare ortaggi e frutta, quando possibile, prima di consumarli. Ad esempio, sbucciare zucchine, melanzane, carote e peperoni prima di cucinarli.
  • Lavare attentamente le mani prima, durante e dopo la preparazione di alimenti, evitando il contatto con le mucose (bocca e occhi) dopo aver maneggiato carne o altri alimenti crudi.

Un’altra potenziale fonte di contagio è rappresentata dal contatto con la terra di vasi, giardini e orti, dove possono essere presenti feci di animali. Le donne in gravidanza appassionate di giardinaggio non devono privarsi di questo piacere, ma è essenziale l’uso di guanti e, dopo averli tolti, lavare attentamente le mani prima di toccare occhi o bocca. Restano valide le raccomandazioni generali da tenere sempre presenti:

  • Prima di concepire, le donne che desiderano un figlio dovrebbero sottoporsi al toxotest.
  • Appena accertata la gravidanza, è consigliabile effettuare immediatamente il toxotest, un esame gratuito in Italia.
  • In caso di risultato negativo (cioè mancanza di immunità al toxoplasma), consultare il medico per le precauzioni da adottare e ripetere mensilmente il test e l’ecografia.
  • Sottoporsi ai controlli necessari ed eseguire le cure indicate dal medico, nel caso in cui l’infezione venga contratta. Le cure sono essenziali per monitorare l’evoluzione della malattia e limitare le possibilità di trasmissione al feto.
  • I neonati nati da donne che hanno contratto la toxoplasmosi in gravidanza devono essere seguiti dopo la nascita presso ambulatori specializzati con la presenza di vari specialisti, dall’ostetrica al neonatologo, dall’infettivologo allo psicologo.
E tu cosa ne pensi?

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