A partire dal mese di novembre, tutti i neonati nati in Italia e i bambini venuti al mondo nei 100 giorni precedenti avranno accesso gratuito e volontario a una nuova misura di prevenzione contro il virus respiratorio sinciziale (VRS o RSV). Si tratta di un’infezione respiratoria molto comune, che rappresenta la principale causa di bronchiolite e ricovero ospedaliero nei bambini sotto l’anno di vita durante la stagione epidemica, che va da novembre a marzo/aprile.
Questa iniziativa di prevenzione nasce dall’intesa raggiunta il 17 ottobre tra il Ministero della Salute e la Conferenza Stato-Regioni. Il documento approvato, denominato «Attività per l’accesso universale dei neonati all’immunizzazione passiva contro il virus respiratorio sinciziale», definisce un piano operativo che mira a offrire protezione a tutti i neonati attraverso l’uso di un anticorpo monoclonale di nuova generazione: il nirsevimab.
L’importanza del nirsevimab nella lotta al VRS
Il nirsevimab è stato autorizzato dall’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) per l’immunizzazione passiva di neonati e bambini nella loro prima stagione epidemica di RSV. La somministrazione di questo anticorpo consente una protezione prolungata contro il virus, evitando le complicazioni respiratorie gravi che possono colpire soprattutto i neonati, i prematuri e i bambini fragili sotto i 24 mesi.
A differenza delle precedenti terapie, come il palivizumab, che richiedevano somministrazioni mensili, il nirsevimab necessita di una sola dose annuale prima dell’inizio della stagione di picco del virus. Questo rende la protezione più semplice e accessibile per le famiglie, oltre a ridurre il carico sui sistemi sanitari.
Un investimento strategico per la salute pubblica
La dotazione iniziale di 50 milioni di euro, stanziata dal Ministero della Salute per il 2024, rappresenta un investimento importante per garantire un accesso equo a questa nuova forma di immunizzazione passiva. «Si tratta di un risultato che dimostra il nostro impegno verso la tutela della salute dei neonati e dei bambini più vulnerabili», ha dichiarato la dottoressa Maria Rosaria Campitiello, Capo del Dipartimento di Prevenzione del Ministero della Salute. Grazie alla collaborazione tra Governo e Regioni, sarà possibile estendere il programma a tutto il territorio nazionale, indipendentemente dalla regione di nascita.
Benefici per i neonati e le loro famiglie
Il virus respiratorio sinciziale, sebbene sia comune, può avere conseguenze gravi, in particolare nei neonati e nei bambini fragili. L’adozione del nirsevimab rappresenta un significativo passo avanti nella prevenzione di queste infezioni. Gli studi clinici condotti hanno dimostrato che l’anticorpo riduce notevolmente il rischio di ospedalizzazione legato al VRS, sia nei neonati sani che in quelli nati prematuramente. Questo, oltre a migliorare la qualità di vita delle famiglie, allevia anche il peso economico sui sistemi sanitari, diminuendo la necessità di ricoveri e trattamenti intensivi.
Un futuro più sicuro per i neonati italiani
Il piano di immunizzazione prevede che l’accesso al nirsevimab sarà esteso progressivamente anche a tutti i neonati nati nel 2024, in base all’andamento del progetto. Questa strategia rientra in una più ampia politica di prevenzione e protezione della salute pubblica, con l’obiettivo di ridurre l’impatto delle infezioni respiratorie gravi e garantire un futuro più sicuro ai bambini italiani.
L’iniziativa rappresenta un esempio virtuoso di come l’adozione di tecnologie mediche avanzate possa fare la differenza nella prevenzione e nel miglioramento della salute infantile, specialmente in un periodo in cui le infezioni respiratorie sono un tema centrale della sanità globale.