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HPV in gravidanza: cosa sapere e come gestire il virus

L’HPV in gravidanza è comune e spesso rilevato tramite Pap test. Nonostante i rischi siano minimi per madre e bambino, è importante monitorare le lesioni precancerose e rimandare eventuali trattamenti a dopo il parto

HPV in gravidanza: cosa sapere e come gestire il virus
Papilloma virus (©pixabay)

Il Papilloma Virus Umano (HPV) è uno dei virus sessualmente trasmissibili più comuni e, nonostante spesso non presenti sintomi evidenti, può avere conseguenze significative per la salute riproduttiva, soprattutto durante la gravidanza. Per molte donne, infatti, la diagnosi di HPV arriva proprio durante il periodo gestazionale, solitamente a seguito di un Pap test di routine. Ma cosa significa ricevere una diagnosi di HPV in gravidanza? E quali sono le implicazioni per la salute della madre e del bambino?

Test HPV in gravidanza: come funziona e perché è importante

Durante la gravidanza, il Pap test o il test specifico per l’HPV sono esami di routine raccomandati per monitorare la salute del collo dell’utero. Il test HPV viene effettuato in modo molto simile a una normale visita ginecologica: il medico inserisce uno strumento chiamato speculum per dilatare leggermente la vagina e raccogliere, tramite una spatola e un tampone cotonato, cellule dalla cervice. Queste cellule vengono successivamente analizzate in laboratorio per identificare eventuali anomalie cellulari che potrebbero essere segno di lesioni precancerose o di infezione da HPV.

Il processo è veloce e generalmente indolore, ma fondamentale per identificare tempestivamente qualsiasi anomalia che potrebbe influire sulla gravidanza. Le linee guida attuali suggeriscono che se vengono rilevate lesioni precancerose o una positività al virus, non bisogna allarmarsi immediatamente: il controllo regolare e un’accurata sorveglianza sono sufficienti per gestire la situazione.

HPV in gravidanza: quali sono i rischi reali?

Circa il 90% delle infezioni da HPV si risolvono spontaneamente grazie al sistema immunitario e, nella maggior parte dei casi, l’HPV non rappresenta un rischio serio durante la gravidanza. Tuttavia, i cambiamenti ormonali tipici di questo periodo possono influenzare la risposta immunitaria del corpo, aumentando il rischio di una crescita più rapida delle verruche genitali o di progressione delle lesioni precancerose.

Un aspetto che preoccupa molte future mamme è la possibilità di trasmettere il virus al neonato durante il parto. Sebbene questa eventualità sia rara, il rischio esiste, ma nella maggior parte dei casi il sistema immunitario del neonato è in grado di eliminare il virus senza complicazioni. Solo in situazioni molto particolari si può sviluppare una condizione chiamata papillomatosi respiratoria ricorrente, che può colpire le vie aeree del bambino, ma anche questa è estremamente rara.

Gestione dell’HPV in gravidanza: monitoraggio e trattamento

Se durante la gravidanza viene confermata la presenza di lesioni provocate dall’HPV, il trattamento invasivo viene generalmente posticipato a dopo il parto. Questo perché la maggior parte delle lesioni HPV regredisce spontaneamente e, per evitare complicazioni inutili, i medici preferiscono adottare un approccio di sorveglianza attiva, con controlli regolari ogni trimestre. Solo in casi di progressione evidente o preoccupante, i trattamenti vengono anticipati.

Le lesioni precancerose o le verruche genitali causate dal virus vengono monitorate attentamente, ma raramente trattate immediatamente durante la gravidanza, a meno che non vi sia una progressione significativa. Dopo il parto, solitamente entro 8-12 settimane, viene effettuata una rivalutazione per decidere se è necessario un trattamento.

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