L’allattamento al seno, ricco di benefici sia per la madre che per il neonato, richiede pratica e pazienza. Spesso, le neomamme possono sentirsi sopraffatte da dubbi e incertezze. Con il tempo e l’esperienza, tuttavia, i gesti diventeranno sempre più naturali, e il piccolo guiderà la mamma verso i suoi bisogni. Pur non esistendo un approccio universale per tutte le coppie mamma-bebè, esistono linee guida utili per attaccare correttamente il neonato al seno.
1. Trovare una posizione comoda
Il primo passo fondamentale è che la mamma trovi una posizione confortevole, che le garantisca un buon supporto per la schiena. Utilizzare cuscini sotto le braccia e poggiare i piedi su un rialzo può essere molto utile. Una postura rilassata favorisce la produzione di ossitocina, l’ormone che facilita la discesa del latte. Evitare tensioni muscolari è cruciale, poiché ostacolano questo processo. Portare il bambino all’altezza del capezzolo evita alla mamma di doversi chinare, prevenendo dolori alla schiena e al collo, oltre a ridurre il rischio di irritazioni ai capezzoli.
2. Posizionare correttamente il bambino
Il neonato deve essere avvicinato al seno senza dover girare la testa. La bocca e il nasino del bambino devono essere allineati con il capezzolo, in una posizione “pancia a pancia” con la mamma, mantenendo il collo dritto. Questo evita che il bambino tiri il seno verso di sé, provocando fastidi. Sostenere il seno per evitare che prema troppo sul mento del bambino può essere d’aiuto.
3. Stimolare la suzione
Una volta attaccato al seno, è importante che il bambino apra bene la bocca. Avvicinare il neonato sostenendogli la schiena (e non la testa) permette un attacco corretto, con il mento ben appoggiato al seno e il nasino che tocca il seno. La mamma deve assicurarsi che il bambino prenda non solo la punta del capezzolo, ma anche una parte dell’areola. Un trucco efficace per far aprire bene la bocca al bambino è solleticare il labbro superiore con il capezzolo.
Superare le prime difficoltà
Le prime poppate possono sembrare complesse e a volte dolorose. È normale provare diverse posizioni più volte e, se il dolore persiste, è consigliabile staccare delicatamente il bambino e riprovare. Non bisogna scoraggiarsi: con il tempo si creerà una sintonia naturale e la mamma troverà il metodo più adatto per allattare con successo. Con l’esperienza, si possono sperimentare tecniche alternative di allattamento per adattarsi meglio alle diverse situazioni e alle esigenze del bambino.
Riconoscere un attacco corretto
Come possono le mamme capire se il bambino è attaccato correttamente? Un segnale importante è l’assenza di dolore durante la poppata. Un leggero fastidio iniziale è normale, ma dovrebbe scomparire quando il bambino inizia a succhiare. Se il dolore persiste, potrebbe significare che il bambino non sta aprendo bene la bocca e sta mordendo il capezzolo, aumentando il rischio di ragadi. In questo caso, è necessario staccare e riattaccare il bambino correttamente.
Un attacco giusto si riconosce quando il naso del bambino sfiora il seno e le sue labbra sono rivolte verso l’esterno, coprendo circa un centimetro dell’area intorno al capezzolo.
Con pazienza, pratica e seguendo questi consigli, le neomamme possono vivere un’esperienza di allattamento serena e gratificante, fondamentale per il benessere del loro bambino.