Negli ultimi anni, durante la gravidanza, una delle decisioni più cruciali per le coppie è diventata la scelta del luogo dove partorire. Con l’aumento delle offerte strutturali e organizzative da parte degli ospedali, e la crescente diffusione del parto a domicilio e delle Case da parto, orientarsi tra le numerose opzioni disponibili può risultare una sfida complessa. Ogni scelta comporta diverse implicazioni emotive, relazionali e pratiche, influenzando profondamente l’esperienza della nascita.
L’evoluzione del parto in Italia
Storicamente, l’ospedale ha rappresentato il luogo principale per il parto, garantendo sicurezza e riducendo i rischi per la madre e il neonato. In Italia, il passaggio dal parto domiciliare a quello ospedaliero è stato rapido e marcato: nel 1932 solo una donna su venti partoriva in ospedale, mentre nel 1990 più del 99% dei parti avveniva in strutture ospedaliere. Questa transizione ha portato a una significativa diminuzione dei problemi legati al parto, ma ha anche contribuito a una crescente medicalizzazione dell’evento, spesso percepita come invasiva e snaturante.
Negli ultimi decenni, però, è emersa una forte domanda di maggiore libertà e partecipazione nel processo del parto. Le coppie desiderano un’assistenza che rispetti la naturalità e la fisiologia dell’evento, dando spazio agli aspetti emozionali e relazionali. Per rispondere a questa esigenza, dagli anni ’80 sono nate varie alternative, come il recupero del parto domiciliare e la creazione di Case da parto, offrendo un ambiente che combina la sicurezza dell’ospedale con il comfort e l’intimità della propria casa.
Le Case da parto
Le Case da parto rappresentano una soluzione intermedia tra il parto in casa e quello in ospedale. Queste strutture, che possono essere sia pubbliche che private, sono progettate per offrire un ambiente rassicurante e protetto, simile a una camera da letto, ma con accesso rapido a tecnologie mediche avanzate in caso di necessità. Quando situate all’interno di un ospedale, le Case da parto mirano a mimetizzare gli elementi tecnologici, rendendo l’ambiente il più naturale possibile.
La filosofia che guida le Case da parto è quella di garantire alla donna e alla coppia la massima libertà di scelta e movimento, in uno spazio che promuova la libera espressione e il coinvolgimento emotivo. Tuttavia, la possibilità di scegliere queste strutture dipende dall’andamento della gravidanza: solo le gravidanze fisiologiche, individuate attraverso protocolli di screening, possono accedervi in sicurezza.
Il parto in casa
Il desiderio di partorire in casa è una tendenza in crescita, supportata da numerose organizzazioni, prevalentemente private. Partorire nel proprio ambiente domestico offre il massimo dell’intimità e del coinvolgimento affettivo-relazionale, permettendo alla coppia di vivere il parto come parte integrante della propria vita quotidiana, senza interrompere i propri ritmi e abitudini.
Nonostante i numerosi vantaggi, il parto domiciliare presenta anche sfide significative, tra cui costi elevati e la necessità di selezionare con cura le gravidanze che possono avvalersi di questa opzione. Inoltre, vi sono ostacoli ambientali, strutturali e politici che limitano l’accesso a questa scelta a una ristretta fascia di popolazione.
L’umanizzazione del parto in ospedale
Parallelamente alla crescita delle alternative al parto ospedaliero, anche le strutture ospedaliere hanno avviato iniziative per umanizzare e personalizzare il parto. In molte regioni italiane, è possibile scegliere tra parto in acqua, parto attivo, e nascita dolce, ognuno con le proprie peculiarità e vantaggi. Sempre più ospedali offrono la possibilità del parto in analgesia epidurale, permettendo alle donne di affrontare il travaglio e il parto con minore dolore.
Tuttavia, la ricerca del “giusto” ospedale non dovrebbe distogliere l’attenzione dagli aspetti più intimi e personali dell’evento nascita. È importante che le coppie si informino sulle possibilità disponibili, ma senza caricare eccessivamente di aspettative la struttura ospedaliera, rischiando di delegare completamente la propria responsabilità e partecipazione attiva.